Capita spesso di sentire parlare professionisti in ambito clinico, o scolastico, di apprendimenti e dei pre-requisiti relativi ad essi, in particolare modo durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia potrà capitare che nella restituzione sull’andamento scolastico, o in itinere, venga messa a tema quella che è la progettazione didattica ed educativa dedicata ai pre-requisiti e, potrebbe capitare che un genitore possa avere un riscontro di una difficoltà relativa ad essi.

A tal proposito è bene approfondire la tematica così da poter avere un quadro informativo generale e poter avere maggior informazioni, in caso di necessità, su cosa fare e a chi rivolgersi.

Ma sappiamo davvero che cosa significa apprendimento?

La dimensione dell’apprendimento è qualcosa di molto più ampio dell’apprendimento scolastico e si riferisce alla possibilità della persona di modificare i propri pensieri e comportamenti, sulla base delle conseguenze delle interazioni con il proprio ambiente di vita e con gli altri e coinvolge numerosissimi aspetti cognitivi, sociali, relazionali, psicodinamici e culturali. Partendo da questa premessa di ordine generale, non è possibile non tenere conto del fatto che con l’inserimento alla scuola primaria dei più piccoli, uno spazio fondamentale e formale per lo sviluppo degli apprendimenti è fornito per l’appunto dal contesto scolastico. 

Che cosa sono i prerequisiti degli apprendimenti?

I pre-requisiti degli apprendimenti sono delle competenze, che i bimbi sviluppano nella fascia d’età dai 4 ai 6 anni e costituiscono la base per l’evoluzione delle abilità inerenti gli apprendimenti scolastici, in particolare la lettura, la scrittura e la capacità di calcolo. 

Quando pensiamo ai pre-requisiti degli apprendimenti non facciamo riferimento soltanto alle componenti cognitive, poiché sono moltissimi gli aspetti che influenzano lo sviluppo di queste competenze, per esempio la dimensione dell’attenzione, le componenti organiche e motorie, la motivazione e l’interesse mostrato dal bambino per le attività che gli vengono proposte e per le occasioni di apprendimento a lui rivolte. 

I prerequisiti degli apprendimenti possono essere suddivisi, in linea generale, in 5 aree:

  • Le abilità meta-fonologiche. Comprendono in primis l’area della consapevolezza fonologica, che è la capacità di riconoscere i fonemi, che compongono le parole del linguaggio parlato. Per valutare e potenziare questa dimensione possono essere proposti al bambino semplici giochi volti a lavorare sul riconoscimento dei suoni iniziali e finali delle parole, ricercare parole in rima, produrre parole che iniziano con lo stesso suono. Vi è poi la capacità di riconoscere le lettere, che consente al bambino di trasformare le parole scritte in suoni prodotti oralmente. Anche per quanto concerne questa abilità, l’apprendimento deve partire dal canale concreto e dal gioco, per cui il bambino deve approcciarsi all’apprendimento dell’alfabeto mediante l’utilizzo di letterine, prodotte con materiale modellabile (per es. Didò o pasta di sale) o riprodotte mediante supporti quali la scrittura sulla sabbia, che può essere facilmente sostituita da un vassoio contenente della farina gialla. 
  • Le capacità di discriminazione uditiva e visiva. L’abilità di discriminazione uditiva è la capacità del bambino di percepire e riconoscere, attraverso l’udito, le caratteristiche che rendono diversi tra loro i suoni della propria lingua. La competenza nella discriminazione visiva, invece, consente al bambino di discriminare un segno grafico di altra natura da un grafema e di cogliere le piccole differenze tra grafemi simili, ad esempio P e R.
  • L’area delle competenze logico-matematiche. Comprende la capacità di raggruppare e ordinare oggetti e materiali secondo diversi criteri, collocare nello spazio oggetti e persone, orientarsi nel tempo della vita quotidiana, nel passato recente e nel prossimo futuro, percepire e nominare le figure geometriche di base. 
  • Le abilità grafo-motorie. Si tratta di una dimensione molto complessa, che include la motricità globale e la consapevolezza corporea, la coordinazione oculo-manuale, le abilità prassiche e la motricità fine, la dominanza, le abilità visuo-percettive e visuo-spaziali e l’organizzazione spazio-temporale.
  • Il pensiero narrativo. A partire dai 3 anni di età, il bambino passa dal rievocare le esperienze che lo hanno coinvolto, ad inserire progressivamente sempre nuovi elementi sino a giungere alle prime narrazioni di fantasia, che emergono intorno ai 4 anni. A questa età il bimbo è in grado di rievocare una storia già sentita, rispettandone in linea di massima la trama, se ha di fronte le immagini relative al racconto. La capacità di cogliere relazioni di natura causale, temporale o referenziale emerge, invece, più tardi con l’ingresso alla scuola primaria. 

È importante in merito ai prerequisiti, in caso venga data una restituzione di rilevazione di difficoltà, valutare la possibilità di rivolgersi ad un professionista, in ambito pedagogico e-o psicologo, esperto in merito, per poter creare un percorso di supporto ad hoc per il bambino per facilitare l’accesso alle competenze di cui abbiamo parlato, in un ottica preventiva e di intervento precoce in quanto strada migliore per facilitare l’inserimento e il percorso scolastico dei più piccoli.

 

Dott.sa Antonia Palumbo

Pedagogista Clinico