Cosa accade quando un bambino ha un intelligenza superiore alla media?

I bambini e i ragazzi con un intelligenza superiore alla media vengono definiti plusdotati, ma occorre fare molta attenzione poiché la plusdotazione non è una diagnosi né una condizione clinica, bensì una modalità di funzionamento della persona, all’interno della quale è possibile rinvenire un’ampissima varietà di differenze individuali. E’ tuttavia possibile mettere a fuoco alcune caratteristiche comuni, che devono però essere sempre declinate a seconda delle specificità del singolo individuo e del suo contesto di vita. Spesso dunque i bambini e i ragazzi gifted ottengono buoni risultati a scuola o in altre aree di performance, senza dover lavorare in modo particolarmente intenso e in molti casi si accontentano dei risultati ottenuti, non sentendo il bisogno di andare oltre. Queste ottime abilità dal punto di vista cognitivo, non sempre si accompagnano a competenze emotive e relazionali altrettanto raffinate, che sovente espongono le persone plusdotate a un’ingente fatica nel momento in cui sono sollecitate ad uscire dalla propria area confort per affrontare situazioni di vita più complesse e dunque scarsamente prevedibili e controllabili. 

Come si procedere per effettuare una valutazione per individuare una plusdotazione?

Negli ultimi anni nel mondo scientifico e in quello clinico il tema della plusdotazione ha iniziato ad essere oggetto di studi e ricerche più mirate e specifiche e sono sorti in concomitanza i primi centri, specificamente adibiti alla valutazione e alla presa in carico di bambini e ragazzi plusdotati. Tra i più famosi nel Nord Italia troviamo il LabTalento dell’Università di Pavia, nato nel 2099, con il fine di svolgere attività di ricerca e intervento, nell’ambito della valorizzazione del potenziale, del talento e della plusdotazione. In linea generale, l’iter valutativo prevede la raccolta dei dati anamnestici del bambino, attraverso un colloquio con  i genitori, la valutazione del bambino, la restituzione alla famiglia e la stesura di relazioni psicodiagnostiche per la famiglia e per la scuola. Gli strumenti impiegati per la valutazione sono test di intelligenza (es. WISC-IV O WAIS-IV), per la rilevazione del funzionamento esecutivo e neuropsicologico (es. CAS e NEPSY-II) e delle componenti emotive (es. EQ: i-YV) e questionari compilati da genitori e insegnanti. 

Comorbilità: quali sono le eventuali difficoltà che possono presentarsi in associazione alla plusdotazione?

E’ molto frequente che la plusdotazione possa presentarsi in concomitanza ad un DSA. In tale frangente accade spesso che  in un bambino plusdotato il disturbo specifico dell’apprendimento venga compensato e la difficoltà finisca dunque con l’emergere in una fase più avanzata del percorso scolastico del ragazzo. Un’altra situazione che si presenta con una buona frequenza è l’associazione tra alto potenziale e ADHD. Contrariamente a quanto si verifica nella situazione precedente, solitamente il deficit di attenzione e l’iperattività, soprattutto nei bambini più piccoli, risulta preponderante e cela la presenza dell’alto potenziale cognitivo, rendendo estremamente difficile la rilevazione di quest’ultimo e l’adozione di modalità di intervento e trattamento in linea con le esigenze del bambino. Infine, un’ultima evenienza rilevabile in un numero significativo di casi è la presenza di un disturbo dello spettro autistico in associazione ad una plusdotazione. In queste contingenze accade sovente che la presenza di eccellenti abilità scolastiche e interessi peculiari e ristretti si accompagni a significative difficoltà afferenti all’area della socializzazione e delle relazioni con i pari. 

I bambini e i ragazzi plusdotati hanno difficoltà a scuola?

Si tratta di una domanda a cui non è semplice dare una risposta, poiché dipende dalle peculiarità e dalle specificità di ogni singolo studente, ma quello che possiamo dire con certezza è che la presenza di un elevato QI non va necessariamente di pari passo con prestazioni scolastiche brillanti, ma al contrario possono emergere fatiche e difficoltà che devono essere attenzionate e affrontate opportunamente. Quello che accade di frequente è che bambini e ragazzi con alto potenziale manifestino vissuti di noia e demotivazione rispetto agli apprendimenti scolastici, a cui consegue la necessità di creare curricula avanzati e personalizzati, tali da costituire una sfida e uno stimolo per i ragazzi con alto potenziale a mettersi in gioco con iniziative individuali. Inoltre l’alto potenziale può essere accompagnato da una scarsa autostima e da elevati livelli di insicurezza, che possono condurre il bambino ad adottare atteggiamenti supponenti e arroganti. Sovente si rileva infine la presenza di un pensiero arborescente, che induce i ragazzi a fare interventi apparentemente inappropriati e fuori luogo rispetto al contesto in cui si trovano inseriti, creando di conseguenza situazioni di disagio e frustrazione nell’ambito scolastico e del gruppo classe. 

 

Dott.sa Erika Marchetti

Psicologa Psicoterapeuta