LA MINDFULNESS E LA SALUTE MENTALE

La ricerca scientifica ha dimostrato che la mindfulness favorisce generalmente la salute mentale, mediante l’azione che gli stati di consapevolezza esercitano sulla capacità di regolazione emotiva. 

LA MINDFULNESS E LA REGOLAZIONE EMOTIVA

La pratica della mindfulness permette una percezione più chiara e oggettiva e rende meno probabile che eventi o esperienze impegnativi vengano distorti da bias cognitivi o equivoci che generano reazioni emotive spiacevoli (es. la mancanza di respiro può restare tale e non essere vista come attacco di panico). 

Poiché nella mindfulness la modalità attentiva è prolungata e aperta ai fenomeni interni ed esterni per quello che sono, tale pratica scoraggia le componenti maladattive della regolazione emotiva, come il rimuginio e la soppressione dei pensieri a coinvolgimento cognitivo e incoraggia l’esposizione volontaria a eventi ed esperienze spiacevoli e impegnativi, che promuovono la regolazione adattiva delle emozioni (Felder, Zvolensky, Eifert, Spira, 2003). Inoltre la mindfulness favorisce una minore reattività emotiva agli stimoli negativi e una intensificata regolazione delle risposte emotive. 

Vi sono prove che la mindfulness diminuisce la reattività alla minaccia e il conseguente disagio in situazioni sociali, come l’esclusione sociale, favorendo una riduzione della reattività valutativa, una migliore protezione dal disagio emotivo e una minore percezione del rifiuto sociale(Allen e Knight, 2005) e tutelando, al contempo, la percezione del proprio valore, che non è più cosi sensibile  e dipendente dalla valutazione altrui (Leary, 2004). 

Una meta analisi di diversi studi ha riportato come la mindfulness sia in grado di ridurre i livelli di stress in persone in salute (Chiesa, Serretti, 2009) e nelle persone con disturbi dell’umore (Brown, 2003). Analogamente, Jacobs ha individuato una correlazione tra la diminuzione dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress e l’aumento del livello di presenza mentale, a seguito di un training di mindfulness di tre mesi. 

La mindfulness ha anche un impatto benefico sulle competenze cognitive, migliora l’attenzione sostenuta, la memoria visuo-spaziale, la memoria di lavoro e la concentrazione (Zeidom, 2010).

LA MINDFULNESS E LA DEPRESSIONE

Segal (2010) in uno studio ha riscontrato che la mindfulness può prevenire gli episodi depressivi ricorrenti con un effetto analogo a quello dei farmaci e migliore rispetto all’effetto placebo. Inoltre, Piet e Hougaard hanno mostrato come la mindfulness risultava più efficace nel prevenire le ricadute depressive tra le persone che avevano già avuto tre o più episodi, riducendo il rischio dal 43% al 34% e aiutando le persone a riconoscere quello che sta accadendo nella loro mente, a relazionarsi ai propri pensieri in modo diverso e a trattarli con compassione.

LA MINDFULNESS E LA GESTIONE DELLO STRESS CONNESSO ALLE PATOLOGIE FISICHE 

Infine la pratica mindfulness riduce il disagio psicologico legato alle malattie croniche (Kabat-Zinn, 1998) e ridimensiona i sintomi d’ansia, contenendo la frequenza degli attacchi di panico e gli episodi di alimentazione compulsiva (bing-eating). Inoltre, praticare la mindfulness determina una significativa riduzione delle lesioni da psoriasi con una patologia da moderata a grave e una maggiore velocità di guarigione (65 giorni), oltre che una diminuzione dei sintomi generati dallo stress in  pazienti affetti da cancro, con un’età media di 51 anni (Speca, Carlson, 2000).

 

 

Dott.sa Erika Marchetti

Psicologa Psicoterapeuta