Cosa si intende per sensibilità sensoriale nell’ambito dei disturbi dello spettro autistico?

Le persone autistiche presentano generalmente delle peculiarità nel modo in cui percepiscono l’ambiente circostante e lo esplorano attraverso i cinque sensi. Già Kanner, nel 1943, aveva evidenziato come i bambini autistici, da lui diagnosticati, manifestassero interessi sensoriali anomali per le superfici riflettenti e una ipersensibilità agli stimoli uditivi. Anche il neuropsichiatra Dante Besana, più recentemente, ha sottolineato come i bimbi autistici siano particolarmente e talvolta dolorosamente sensibili ad alcuni suoni, gusti, materiali e odori. Taluni rumori, anche quelli considerati usuali e parte del quotidiano di ciascuno di noi (ad esempio, la lavatrice che centrifuga, lo squillo della campanella a scuola, il clacson di un’automobile), possono provocare uno stato di profonda destabilizzazione, che induce la persona a coprirsi le orecchie e urlare.
Per esemplificare meglio cosa prova una persona autistica, lascio la parola a Federico, un ragazzo di 16 anni autistico ad alto funzionamento: “Sai come mi sento quando entro in una stanza dove ci sono tante persone che parlano ad alta voce e fanno confusione? Hai presente quando sei in stazione e arriva il treno, frenando sulle rotaie e tu vorresti metterti le mani sulle orecchie e chiudere gli occhi? Ecco io mi sento così, a volte è ancora peggio, perché sento come se mi trapassassero le orecchie con una lama, mi fanno male, fisicamente male”.

Quali sono le tipologie di sensibilità sensoriale e come si manifestano?

Le peculiarità per quanto attiene alla dimensione sensoriale possono andare nella direzione di una iposensibilità oppure di una ipersensibilità e tali caratteristiche possono essere relative a tutti e cinque i sensi, ma anche alla propriocezione e al sistema vestibolare. Temple Grandin, a questo proposito, osserva che esiste un continuum di problemi di elaborazione sensoriale, per molte persone autistiche, che va da anomalie gravi a quelle più lievi. Sulla stessa linea, O’Neill riporta che imparare come funzionano i sensi di ciascuna persona autistica è la chiave e il presupposto da cui partire per comprendere quell’individuo. 

  • Il tatto. I ricercatori dell’Università di Trento hanno individuato alcune specificità a livello cerebrale, comuni alle persone con una ipersensibilità agli stimoli tattili, che fanno riferimento ad una ridotta connettività della corteccia somatosensoriale (area del cervello deputata alla ricezione e all’elaborazione degli stimoli tattili) e ad una significativa attivazione dell’amigdala (la regione cerebrale coinvolta nelle risposte di paura). Dunque mentre alcuni bambini sono scarsamente sensibili al dolore o al freddo, altri possono battere ripetutamente la testa contro il muro, con una funzione autostimolatoria e senza apparentemente manifestare risposte al dolore, ma possono al contrario urlare di paura al solo tocco della spalla. 
  • L’udito. Per quanto riguarda le percezioni sensoriali uditive esistono importanti differenze individuali, per cui un suono che risulta disturbante per una persona può essere piacevole per un’altra. Quella uditiva è una dimensione particolarmente delicata per i bambini autistici, poiché spesso le difficoltà di comprensione e mantenimento di un’attenzione prolungata rispetto ai suoni del linguaggio verbale può essere uno dei fattori potenzialmente in grado di influire sulla sfera comunicativa, sia per quanto attiene il versante recettivo che in relazione a quello espressivo. 
  • La vista. A livello visivo possono essere presenti delle distorsioni percettive, per cui mentre alcune persone autistiche possono essere attratte da colori, forme oppure oggetti in movimenti, altre possono palesare nei riguardi degli stessi reazioni di spavento o agitazione psicomotoria. In altri casi possono emergere difficoltà per quanto attiene la capacità di filtrare gli stimoli visivi. 
  • L’olfatto e il gusto. Mentre generalmente le persone autistiche impiegano l’olfatto in maniera funzionale, per conoscere e trarre informazioni dall’ambiente circostante, in merito al gusto possono emergere problematiche significative, che possono avere un impatto sull’alimentazione della persona, configurando quadri talvolta decisamente importanti di selettività alimentare (ad esempio, il bambino mangia solo alcuni cibi, rifiutando strenuamente altri). 

Qual è l’impatto della sensibilità sensoriale nella vita di una persona autistica?

La sensibilità sensoriale può avere un impatto importante sulla vita delle persone autistiche, in termini di stress e vissuti di frustrazione esperiti anche in ambienti, contesti e situazioni assolutamente quotidiani e parte della routine di ciascuno, per esempio una scuola o un ufficio, un mezzo pubblico o un negozio. Ecco allora che il primo passo è quello di mettersi in ascolto della persona, al fine di individuare i percorsi e gli strumenti maggiormente funzionali per gestire e contenere gli effetti negativi di peculiari sensibilità sensoriali. Per esempio, potrebbe rivelarsi utile in alcuni casi impiegare delle cuffie antirumore o dei tappi per attutire i rumori esterni oppure degli occhiali da sole per filtrare la luce, utilizzare un abbigliamento comodo, morbido e nel materiale più consono per quel bambino, ragazzo o adulto ed implementare l’uso di oggetti antistress per contenere le condotte di stimming. L’obiettivo naturalmente deve essere quello di attenuare il più possibile un eventuale sovraccarico sensoriale, difficilmente tollerabile da parte della persona autistica.

 

Dott.sa Erika Marchetti

Psicologa Psicoterapeuta