Che cos’è la meditazione?

La meditazione è una pratica che trae le sue origini dalla medicina orientale e dall’olismo antico. L’olismo scientifico ha importato l’ “olismo” in un modello parcellizzato, validandolo in modo scientifico. Dall’olismo scientifico hanno tratto ispirazione la psico neuro endocrino immunologia (PNEI) e la medicina occidentale. 

Le pratiche meditative sono strettamente connesse alla filosofia del Buddhismo e a discipline quali lo yoga e si inseriscono in una vera e propria filosofia di vita, che ha come cardini fondamentali la libera accessibilità e l’adozione incondizionata. 

Esistono molte forme di meditazione: alcune prevedono la ripetizione di un mantra, ossia un suono, una parola (es. pace) o una frase. La meditazione inoltre può essere praticata camminando, impiegando diverse tecniche di respirazione e formulando promesse positive. 

La pratica meditativa produce notevoli benefici, nei termini di una maggiore capacità di concentrazione, di rafforzamento del sistema immunitario, di potenziamento della memoria, di riduzione di stati di ansia e stress e di stimolazione della creatività. Infine, uno studio condotto dall’Università di Harvard ha mostrato che la meditazione può modificare la struttura stessa del cervello, potenziando l’area associata alla regolazione delle emozioni e incrementando la materia grigia in diverse aree cerebrali quali l’ippocampo e l’amigdala. 

Che cos’è la mindfulness?

La Mindfulness è una pratica della medicina occidentale, che ha come modello teorico di base il meccanicismo cartesiano. Il termine “mindfulness” è stato coniato 100 anni fa da Rhys David nella traduzione di un testo buddista. La mindfulness ha alla sua base un paradigma autonomo derivato ed è una pratica focalizzata alla cura di un problema. E’ una tecnica che non implica un cambio di prospettiva della propria esistenza e della visione del mondo ed è espressione di un legame organico tra pensiero scientifico e ricerca. E’ inoltre possibile una sua integrazione nella pratica clinica e nella psicoterapia. 

ThichNhatHanh utilizza la seguente metafora per spiegare che cos’è la mindfulness: “La mente è come un’ampolla di vetro con dentro acqua e sabbia. Nel turbinio dei ragionamenti, dei pensieri riguardo al passato e al futuro, delle cose da fare, dei progetti, delle relazioni, delle ansie e delle emozioni, l’acqua, mescolata con la sabbia, è agitata e opaca. La pratica mindfulness permette di fermare il vortice nell’ampolla”. 

La mindfulness nel mondo occidentale 

La mindfulness si è affermata nel mondo occidentale grazie al contributo fondamentale di Jon Kabat-Zinn, biologo molecolare e scrittore statunitense, professore emerito di medicina e fondatore della “Stress Reduction Clinic” e del “Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society” presso la University of Massachusetts Medical School. Il programma per la riduzione dello stress proposto da Kabat-Zinn prevede la realizzazione di pratiche di consapevolezza nel mangiare, in movimento, sul respiro, sensazioni, emozioni, pensieri e nel camminare, oltre che momenti di condivisione di gruppo sull’esperienza dei partecipanti e riflessione su temi quali l’attenzione non giudicante, la mente del principiante, il lasciar andare, il lasciar essere e la fiducia in sé. 

Negli anni ’90 più di 400 centri ospedalieri offrivano il training di riduzione dello stress basato sulla mindfulness e il mondo scientifico e psicoterapeutico ha così iniziato sempre più a interessarsi a tale pratica, applicandola a diverse problematiche. Nei suoi contributi Kabat-Zinn ha affermato come la mindfulness abbia un suo radicamento nelle capacità umane di base e osservarla con tali capacità ne facilita la comprensione. 

Mindfulness e ricerca scientifica 

Gli studi scientifici più recenti hanno analizzato i correlati emotivo/affettivi e le conseguenze della mindfulness, sia come “stato” momentaneo e situazionale indotto dalla mente in setting di laboratorio (mindfulness di stato), sia come disposizione verso l’esperienza quotidiana (mindfulness di tratto) e dunque come caratteristica permanente di esperienza e presenza. Le persone differiscono nella frequenza e qualità con cui sono distribuite le abilità mindfulness (attitudini, inclinazioni innate, autodisciplina) ed esistono anche variazioni intra-individuali mindfulness-based.

 

 

Dott.sa Erika Marchetti

Psicologa Psicoterapeuta