L’incontro con Marco
Marco è un ragazzino di 10 anni ed è uno di quei bambini che vengono definiti con doppia eccezionalità. Ma cosa significa essere 2e (“doppiamente eccezionali”)? Le persone con doppia eccezionalità hanno un potenziale cognitivo superiore alla media, talvolta abbondantemente sopra la media rispetto a quanto atteso dall’età cronologica e contemporaneamente presentano un altro disturbo, afferente ad un’altra area (ad esempio, DSA, ADHD, disturbo dello spettro autistico). Marco, oltre ad avere un ottimo potenziale cognitivo, ha una diagnosi di autismo ad alto funzionamento.
Quando incontro Marco, quest’ultimo sta attraversando un frangente particolarmente critico sia a scuola che nelle relazioni con i pari. Il ragazzo ha una bassissima autostima, difficoltà emotive e un rendimento scolastico molto altalenante, con alcune aree di competenza deficitarie, aspetto che, ad una prima analisi, sembrerebbe contrastare con le elevate prestazioni conseguite ai test intellettivi. Si evidenziano, inoltre, fragilità in ordine alle funzioni esecutive, con una ridotta velocità di elaborazione delle informazioni e una difficoltà nel mantenimento della concentrazione.
I genitori di Marco si rivolgono a me per impostare un percorso di intervento, finalizzato a supportare il figlio, rispetto alle aree di fragilità emerse in sede valutativa.
Marco e la scuola
Il primo step, fondamentale per avviare un intervento efficace, consiste nel prendere contatto con la scuola e fornire una consulenza agli insegnanti, volta a riorganizzare gli spazi fisici e la distribuzione del carico di lavoro. Infatti, nella maggior parte delle situazioni, l’ambiente di classe tradizionale non è in linea con le esigenze degli studenti 2e e si rende dunque necessario che gli insegnanti apportino delle modifiche allo stesso. In particolare, nel caso di Marco il ragazzo è estremamente sensibile ai rumori e tale caratteristica implica una maggiore attenzione ad evitare situazioni o contesti eccessivamente caotici e rumorosi.
E’ fondamentale inoltre creare uno spazio “libero”, dove Marco possa rifugiarsi quando si sente sopraffatto dalle stimolazioni esterne. Infine, quando gli insegnanti hanno necessità di fornire indicazioni a Marco, è bene che ricerchino una vicinanza, anche fisica, con lui, al fine di assicurarsi che il messaggio venga ricevuto opportunamente e in modo chiaro dal ragazzo. A tal proposito può essere estremamente utile valutare l’impiego di cues visivi e personalizzati.
Percorso di sostegno alla genitorilità
Il lavoro con i genitori ha avuto lo scopo di supportarli rispetto a quelle aree di fragilità, che mettevano maggiormente in difficoltà Marco a casa.
I genitori lamentavano la disorganizzazione del figlio e la scarsa capacità di svolgere alcuni compiti in maniera autonoma (ad esempio, preparare la cartella, individuando tutto l’occorrente). Insieme abbiamo predisposto delle liste di controllo, che Marco doveva impiegare come supporto scritto e promemoria delle scadenze più importanti (es. verifiche scolastiche, interrogazioni). In alcuni casi è stato necessario avere dei duplicati di libri e materiali per sopperire eventuali dimenticanze e consentire il mantenimento di una continuità nello svolgimento delle attività.
Inoltre, il lavoro con la coppia genitoriale ha avuto la finalità di consentire una maggiore collaborazione scuola-famiglia, agevolando gli adulti di riferimento nella comprensione dei bisogni fisici, organizzativi ed emotivi di Marco. E’ infatti di fondamentale importanza che la scuola e la famiglia impieghino le medesime strategie organizzative e che si concentrino su ciò che il bambino è capace di fare anziché sugli elementi di fragilità e di fatica.
Setting terapeutico
Il mio lavoro con Marco, organizzato in sedute a cadenza settimanale, era volto principalmente allo sviluppo e al sostegno delle competenze metacognitive. Gli obiettivi, nello specifico, riguardavano la stimolazione della riflessione metacognitiva sulle proprie capacità, valorizzando e consolidando le abilità presenti. Naturalmente tale percorso è stato possibile soltanto passando attraverso il supporto alla motivazione di Marco ad attivarsi nel lavoro sulle proprie fragilità, reso possibile anche grazie alla sperimentazione di strategie funzionali all’apprendimento e all’acquisizione di una maggiore competenza per quanto concerne il lessico emotivo. Gli incontri sono stati dunque organizzati prevedendo, in un primo momento, il lavoro sul senso di autostima, di autoefficacia e di consapevolezza di sé, per poi passare ad un focus più specifico sul metodo di studio e sulla costruzione di strategie funzionali di apprendimento. Dopo avere operato su queste aree, è stato possibile infine concentrare i nostri incontri sul potenziamento delle funzioni esecutive ed attentive e sul controllo e la gestione delle emozioni.