Cos’è il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)?

Nell’ICD-10 il disturbo ossessivo-compulsivo è collocato in una categoria diagnostica a sé stante, nell’ambito delle sindromi nevrotiche, legate a stress e somatoformi. Analogamente nel DSM-5, il DOC rientra in una specifica categoria, insieme ad altri disturbi ad esso correlati, quali la tricotillomania, il disturbo di dismorfismo corporeo, il disturbo da accumulo e il disturbo da escoriazione. Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti, che irrompono nel funzionamento mentale della persona; le compulsioni, invece, sono azioni osservabili, attività mentali o comportamenti ripetitivi, che l’individuo sente come “obbligatori” e che interferiscono significativamente con la qualità della vita del paziente. I comportamenti ripetitivi, nella maggior parte dei casi, sono connotati da un’elevata rigidità, al punto tale da far sentire la persona costretta a mettere in atto le azioni o le attività mentali seguendo una sequenza rigidamente organizzata, che prende la forma del “rituale compulsivo”.  I livelli di gravità del DOC sono ampiamente differenti e talvolta cambiano anche nel corso della vita della singola persona. 

Quali sono i sintomi del Disturbo Ossessivo-Compulsivo?

I sintomi del DOC possono variare in misura significativa a seconda dell’età della persona che ne soffre. I bambini tra i 6 e i 9 anni sovente presentano rituali minori, accompagnati da un pensiero magico e volti a evitare il rischio di terribili conseguenze (per esempio, “Devo camminare calpestando la fessura del pavimento, altrimenti la mamma morirà”). Le ossessioni, le compulsioni e i rituali possono avere contenuti estremamente vari, ma tra quelli più frequenti troviamo la contaminazione, l’ordine e la simmetria e la propensione a lavare le mani ripetutamente. Solitamente la persona che soffre a causa di un DOC ha la consapevolezza che i propri sintomi siano un problema serio e mette in atto tutta una serie di soluzioni, più o meno efficaci, per contrastarli. In altri casi, invece, le ossessioni e le compulsioni possono essere vissute come egosintoniche e il paziente può accettarle passivamente, considerandole una parte del proprio funzionamento mentale abituale. Alcuni tratti di personalità, comunemente associati al DOC, sono la tendenza al perfezionismo, l’inflessibilità morale e la difficoltà a delegare i propri compiti ad altri. Per altri versi, il disturbo ossessivo-compulsivo può comparire in persone con un livello elevato di funzionamento relazionale e sociale, ma anche in individui con un funzionamento di natura psicotica. Può accadere che la condizione d’ansia, sottesa al DOC, possa vedere un’escalation a seguito di perdite o eventi stressanti, che possono dunque configurarsi come fattori precipitanti l’esordio del disturbo. Dal punto di vista del mondo emotivo dei pazienti con un disturbo ossessivo-compulsivo tra le emozioni prevalenti spesso è possibile individuare vissuti di delusione, isolamento, rabbia e dolore. Per porre una diagnosi di DOC, inoltre, è necessario che i sintomi siano presenti da almeno due settimane. È possibile che il DOC sia accompagnato dalla presenza concomitante di uno stato depressivo, in alcuni casi con ideazione e progettualità suicidarie, correlate alla sensazione di essere incapaci di gestire i sintomi del disturbo nella vita quotidiana e di venire considerati strani e non accettabili da parte degli altri. 

Disturbi correlati al DOC

Disturbo di dismorfismo corporeo

È caratterizzato dalla presenza di pensieri ricorrenti e intrusivi che riguardano il proprio aspetto fisico, considerato imperfetto e meritevole di essere nascosto o modificato mediante interventi medici o chirurgici.

Disturbo da accumulo

Vede la presenza di una modalità compulsiva ed eccessiva di accumulare e dell’incapacità o della riluttanza a separarsi da molti e svariati oggetti, che non hanno un valore in sé e non hanno alcuna utilità (ad esempio, vecchi scontrini, bottiglie e scatole vuote, oggetti elettrici rotti, sacchetti di plastica o carta vuoti, spazzatura). 

Tricotillomania

Consiste nello strapparsi i capelli o i peli in maniera ricorrente e compulsiva, con la conseguenza di causare un’osservabile perdita di peli in diverse parti del corpo (ad esempio, il capo, le sopracciglia e le ciglia). 

Disturbo da escoriazione 

È caratterizzato dall’impulso di stuzzicarsi la pelle ripetutamente fino al punto di procurarsi ferite e sanguinamento. 

Quali sono le ossessioni più comuni?

Francesco Mancini, nel suo libro “La mente ossessiva. Curare il disturbo ossessivo compulsivo” individua dieci tipi di ossessioni, molto comuni nei pazienti con il DOC. Vediamo nel dettaglio quali sono.

  • Ossessione da contaminazione: riguarda la preoccupazione di entrare in contatto con sostanze pericolose o ritenute disgustose;
  • Ossessione di danno: la persona teme di causare a sé stessa o agli altri danni di tipo materiale, economico o affettivo, a causa di proprie disattenzioni, mancanze o leggerezze;
  • Ossessioni scaramantiche: l’individuo pensa o immagina che possano verificarsi accadimenti negativi per sé o per gli altri, nel futuro, qualora non vengano seguite determinate regole di comportamento;
  • Ossessioni somatiche: è la dismorfofobia, ovvero la preoccupazione eccessiva per il proprio aspetto fisico;
  • Ossessioni aggressive: è il timore di poter arrecare del male a sé stessi o agli altri, pur non volendolo;
  • Ossessioni omosessuali: la persona sviluppa pensieri o fantasie a contenuto omoerotico, che ingenerano in un individuo eterosessuale il timore di un’omosessualità latente;
  • Ossessioni relazionali: la persona nutre una preoccupazione eccessiva circa i propri sentimenti nei riguardi del partner oppure sviluppa impulsi sessuali direzionati ad altre persone, esterne al rapporto di coppia; 
  • Ossessioni religiose e morali: l’individuo è tormentato da pensieri a contenuto blasfemo, bestemmie e fantasie sessualizzate;
  • Ossessioni sessuali: sono relative a pensieri e impulsi sessuali diretti a persone sconvenienti (parenti, bambini) o ad animali;
  • Ossessione di ordine e simmetria: è un bisogno eccessivo di simmetria ed equilibrio, che si accompagna al timore di fare le cose in modo sbagliato.

Disturbo Ossessivo Compulsivo: cause scatenanti

Gli studi più recenti hanno individuato alcuni fattori che potrebbero essere alla base della strutturazione di un disturbo ossessivo compulsivo e che fanno riferimento a componenti interpersonali, alla stima di sé, alla gestione della rabbia e della dipendenza, allo stile cognitivo e infine a problematiche nell’individuazione di un equilibrio tra lavoro e relazioni affettive. Nelle persone con il DOC è rilevabile una significativa mancanza di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità e sovente nelle loro verbalizzazioni emergono esperienze infantili connotate da una scarsa valorizzazione personale e da una ricerca abbastanza insistente di rassicurazioni e approvazione. È presente altresì un’accentuata propensione alla delega e alla dipendenza, a cui si accompagnano intensi vissuti di rabbia, qualora le figure affettive di riferimento vengano percepite dalla persona come scarsamente disponibili ed emotivamente distanti. A livello delle loro dinamiche interne, i pazienti con disturbo ossessivo compulsivo sono poco propensi ad accogliere e riconoscere la loro rabbia e il bisogno di dipendenza, da cui prendono le distanze attraverso meccanismi di difesa quali la formazione reattiva e l’isolamento dell’affetto.

Trattare il Disturbo Ossessivo Compulsivo: cure e terapie

Sebbene il DOC sia un disturbo, in alcuni casi, abbastanza refrattario all’intervento psicoterapeutico, notevoli miglioramenti vengono apportati nel sottoporsi a una terapia psicoanalitica individuale di tipo espressivo. Solitamente il trattamento per un DOC può richiedere un tempo dai 3 ai 10 mesi, a seconda della gravità e delle risorse personali e relazionali del paziente e della frequenze delle sedute di psicoterapia. Teniamo conto inoltre del fatto che i processi di miglioramento possono continuare anche dopo la conclusione della terapia. Recenti studi hanno mostrato come le persone trattate con psicoterapia dinamica, al termine della terapia, presentino cambiamenti significativi in termini di disagio causato dai sintomi, con tassi di remissione, dopo due anni dal trattamento, pari al 54%. Come evidenziato da Gabbard, questi effetti positivi ritardati indicano come molti pazienti, dopo aver interiorizzato il dialogo terapeutico, continuano ad usarlo dopo la fine del trattamento. Infine, qualora il livello di sofferenza del paziente sia eccessivamente accentuato, può essere necessario richiedere un consulto psichiatrico, al fine di valutare l’opportunità dell’introduzione di una terapia farmacologica.

 

Dott.sa Erika Marchetti

Psicologa Psicoterapeuta