Per tutti noi le vacanze estive sono un momento di relax, di stacco dalle routine e dagli impegni quotidiani, di allegria e divertimento, ma portano con sé anche tutto l’impegno dell’organizzare e gestire la partenza per il luogo di villeggiatura, oltre che la necessità di impostare ritmi, spazi e tempi diversi per i più piccoli. 

Autismo e estate: il cambiamento della quotidianità

Per i bambini autistici la stagione estiva implica un cambiamento importante nella loro quotidianità: finisce la scuola, le terapie vengono sospese, c’è molto più tempo libero a disposizione, si lascia la propria casa, la cameretta e gli spazi conosciuti, per trasferirsi al mare o in montagna. Tutti questi aspetti, almeno inizialmente, possono essere accolti dai più piccoli con qualche paura ed incertezza, per cui è importante che i genitori mettano in campo tutte le risorse e le strategie più funzionali per godersi l’estate e le meritate vacanze, nel modo più sereno possibile. 

Innanzitutto è importante che noi adulti manteniamo un atteggiamento disteso e facciamo il possibile per pensare e predisporre delle attività, dei passatempi e dei divertimenti, che facciano stare bene noi e che ci interessino, poiché solo in questo modo possiamo trasmettere il nostro entusiasmo ai più piccoli, stemperando le loro titubanze. 

La prima parola chiave in estate, così come per il resto dell’anno, è evitare le improvvisazioni e organizzare tempi, spazi e routine, in maniera prevedibile e rassicurante per il bambino. Sappiamo infatti quanto sia importante per un bambino autistico sapere che cosa accadrà nei vari momenti della giornata, conoscere i luoghi che frequenterà, poter contare sulla presenza di figure di riferimento significative ed evitare situazioni e ambienti troppo caotici o confusi. Per esempio, se prenderemo il treno, l’aereo o la nave per la prima volta potrebbe essere utile mostrare al bambino immagini del mezzo di trasporto, spiegare che cosa ci è richiesto per accedere al mezzo e durante il periodo di permanenza, avere molta cura nel portare con noi giochi e materiali per svolgere semplici attività, che possano tenerlo occupato durante il viaggio. Inoltre quando scegliamo il luogo, dove andremo a risiedere, sarebbe auspicabile approntare uno spazio tranquillo e intimo, dove il bambino possa riporre i propri giochi e gli oggetti che impiega quotidianamente e dove possa andare a trascorrere del tempo, anche in autonomia, in caso si sentisse stanco, sovraccaricato o iper-stimolato dalle novità e dai tempi differenti della vacanza. 

La seconda parola chiave è gradualità. Proprio perché è importante che il bambino prenda confidenza con gli spazi nuovi, con le persone che lo circondano e le differenti routine vacanziere, è bene rispettare i suoi bisogni e incrementare in maniera equilibrata i tempi dedicati alle varie attività. Nei primi giorni di mare, per esempio, dedicare alla spiaggia un’ora al mattino e una al pomeriggio potrebbe essere già sufficiente per un bimbo, che non ha molta dimestichezza con questo tipo di ambiente. Teniamo presente infatti che il contatto con la sabbia, con l’acqua del mare, il caldo, la presenza di estranei possono essere degli elementi di fatica, almeno nelle fasi iniziali e il bambino deve essere accompagnato con cautela a prendervi confidenza. Certamente un passaggio utile potrebbe essere quello di “anticipare i tempi” in qualche modo, per esempio, proponendo, nel periodo precedente alla vacanza, giochi con la sabbia cinetica, attività con l’acqua nel giardino di casa oppure pomeriggi in piscina. Naturalmente si tratta di piccoli avvicinamenti, che non prescindono da quanto detto sopra, poiché l’acqua della piscina non è la stessa del mare o del lago e fare una passeggiata in un parco non è la stessa cosa che fare un’escursione in montagna. 

Le idee proposte sono degli spunti per riflettere e predisporsi ad affrontare i giorni di vacanza, ma non vogliono essere delle regole valide per tutti. Ci sono infatti bambini autistici più timorosi e spaventati dalla novità e altri che, al contrario, si gettano a capofitto nelle situazioni nuove, talvolta senza un adeguato senso del pericolo e con modalità che, ad un occhio esterno, possono risultare eccessivamente esuberanti o inconsuete. Anche in questo caso selezionare location, fasce orarie e attività più tranquille, in luoghi non troppo rumorosi e affollati è di fondamentale importanza per non sovra-stimolare il bambino e consentire a noi adulti di operare un contenimento più discreto e misurato e possibilmente senza interferenze esterne non richieste. 

Ricordiamo inoltre che stare a contatto con la natura, con il mare, passeggiare in montagna o trascorrere del tempo in un luogo di campagna sono di per sé tutte esperienze rilassanti e soddisfacenti, che possono aiutare il bambino a distendersi e a muoversi in uno spazio poco stimolante, silenzioso e in cui possa sentirsi al sicuro. In altre parole, prestiamo attenzione, prepariamoci con cura ma non preoccupiamoci più del dovuto e godiamoci le nostre vacanze!

 

Dott.sa Erika Marchetti

Psicologa Psicoterapeuta