“È successo di nuovo!
Sono stata chiamata dalla maestra che mi ha nuovamente raccontato che Sandro ha deciso ancora di non rispettare le regole e di uscire dalla classe nell’ora di matematica e ora come faccio?”
“La maestra non è per niente comprensiva, e io non so come fare, non capisce molto Sandro è tanto dura con lui soprattutto perché lui odia matematica!”
“Non capisco, le regole che ha deciso di imporre sono troppo rigide, e poi perché se non fa una cosa in classe la assegna a casa forse non sa la fatica che faccio per fare i compiti con lui!”
Questa potrebbe essere l’intro di una delle diverse storie che ho ascoltato nella carriera lavorativa, una situazione di stallo in cui i comportamenti problematici dei bambini diventano il fulcro di una discussione tra parti che fatica a trovare una strada possibile di incontro e confronto, soprattutto quando questi comportamenti problematici sono frequenti e diventa difficile stare in classe.
Cosa fare in questa situazione?
Ma è davvero così: la maestra non vuole ascoltare o la mamma non capisce cosa dice la maestra? siamo davvero sicuri che una delle due ha torto e l’altra a ragione?
O forse entrambe cercando una strada possibile: l’insegnante per lo studente, la mamma o il papà per il proprio figlio, per il suo benessere ma, a seconda del contesto e della persona coinvolta le fatiche differiscono e con essa, anche le strade possibili per risolvere.
Il comportamento problema che si presenta è davvero la complessità da prendere in analisi ho può essere il punto da cui partire per supportare il bambino o il ragazzo.
“Perchè mio figlio si comporta male in classe?”
Spesso i comportamenti celano dietro delle difficoltà che lo studente fatica ad esplicitare, o ad affrontare, e nello specifico traduce in manifestazioni problematiche che possono generare frustrazione e incomprensione.
Da qui si genera la riflessione principale: qual è la strada migliore per poter essere di supporto al bambino perché possa vivere il contesto scuola come positivo e possa sentirsi capace di affrontare ed esternare quelle che possono essere le possibili difficoltà che incontra nel suo percorso.
ll possibile confronto tra le parti potrebbe aprire le porte a nuove possibilità permettendo di guardando le cose da un nuovo punto di vista, che sia uno condiviso creando uno spazio di parola dove è possibile portare le complessità mettendo a tema anche possibili divergenze in un’ottica costruttiva e generativa.
A volte il rapporto genitori insegnanti può essere complesso, non sempre si crea una sintonia educativa e di relazione che porta ad un dialogo chiaro e proficuo.
Conflitto, comunicazioni poco chiare, richiami e incontri che si concludono con discussioni possono generare delle relazioni negative che danno vita ad un ulteriore complessità.
Come risolvere le difficoltà di comunicazione con gli insegnanti?
Consapevolmente all’evidente complessità del trovarsi in questi contesti è bene come primo tentativo di risoluzione riconoscere l’esistenza di questa complessità, ammettendo che il nostro coinvolgimento personale risulta essere elevato e con esso anche le emozioni che ci scatena.
È importante quando ci si trova di fronte a questa complessità ricordarsi che entrambe le parti sono coinvolte e vogliono il benessere del bambino, tutto ciò che viene condiviso, anche se genera incomprensione, parte da un intento positivo.
Partendo da questo presupposto, anche se spesso risulta complicato fare questa considerazione, pone la relazione sotto un’altra ottica: questo primo passo permetterà di creare le basi affinché il lavoro educativo e la linea di comportamento da parte degli adulti sia congiunta e continuativa tra scuola e casa.
Questo sarò proficuo e permetterà a tutti di sperimentare un nuovo equilibrio e stato di benessere che condurrà il bambino, o il ragazzo, alla consapevolezza di essere sostenuto da una rete di adulti che sta lavorando per il suo benessere.
L’incontro e il confronto sono fondamentali per questo è utile in caso non sia possibile trovare una soluzione valutare di farsi supportare da un professionista, una persona terza che può diventare una figura che aiuti a meditare e ad appianare quelle che sono le conflittualità che spesso celano una fatica, o una frustrazione, da parte degli adulti coinvolti.
Genitori e insegnanti si trovano in una situazione similare di difficoltà senza l’opportunità di oggettivare questa cosa, una volta superata la difficoltà comunicativa, anche avvalendosi di un mediatore esterno a supporto, si può prende atto di quanto appena condiviso,
Obiettivo finale è un dialogo aperto, dove non è da considerarsi ostico il non essere d’accordo ma, proficuo per generare nuovi possibili strade di soluzione così che anche il bambino, o il ragazzo, possa beneficiare trovando un ambiente favorevole per il suo sviluppo e di sostegno rispetto a quelle che sono le criticità che potrebbero presentarsi, offrendo anche una possibile soluzione di aiuto congiunta e continuativa che gli permette di sperimentarsi in un ruolo positivo e sentirsi capace sia a casa che a scuola.